ALLE ORIGINI DEL VINO
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IL SIMPOSIO E LA MUSICA
Il simposio greco è una cerimonia
complessa che coinvolge aspetti
religiosi, culturali, politici: è un
momento di comunanza e scambio, in cui i commensali condividono
pensieri, idee,
progetti. In questo contesto un ruolo importante è svolto
anche dalla mousike techne, "l'arte delle
Muse" che comprende poesia, musica e danza.
Mentre nella tradizione omerica
erano gli aedi, cantori ufficiali, a celebrare le gesta eroiche, nel
simposio sono
gli stessi partecipanti che, a turno, passandosi di mano in mano un
ramo di
mirto e accompagnandosi con gli strumenti musicali, declamano versi
poetici.
Accanto alla ricca
produzione della
lirica greca, che in molti casi era espressamente destinata agli hetaroi,
gruppi
di aristocratici che condividevano ideali politici e momenti di vita, è senza dubbio la ceramica attica che ci
offre un'ampia gamma di rappresentazioni in cui i commensali, adagiati
sulle
klinai, si abbandonano alla recitazione di versi
accompagnati dal suono
degli strumenti. Tra questi, erano tipici del mondo del simposio la lyra, strumento eptacorde ricavato dal
carapace della tartaruga e secondo il mito inventato da Hermes (che
ogni
commensale doveva saper suonare, pena l'essere considerato incolto), la
kithara a culla, il barbiton (o barbitos,
baromos, barmos, originario dell'Asia
Minore, simile alla lyra ma policorde e con un
registro
sonoro più grave), l'aulos, strumento
a fiato, dotato di ancia, dal funzionamento quindi simile al moderno
oboe,
erroneamente definito "flauto doppio", è spesso
suonato da figure femminili (auletrides); talvolta
sulle rappresentazioni vascolari sono presenti anche suonatrici di krotala
(una
sorta di nacchere). Queste ultime, di origine servile o etere di
professione,
erano le uniche donne ad
essere ammesse al simposio.
Debora Barbagli
Fig. 1 Kylix a
figure rosse, produzione attica, particolare di banchettante con ramo
di mirto
che canta GILE KAI. Pittore di Brygos 490-480 a.C.
Firenze, Museo Archeologico Nazionale (Inv. 3949)
Pict.
1 Attic Kylix with red figures, detail of a banqueter with a branch of
myrtle,
singing GILE KAI. Unknown origin. Painter of Brygos 490-480 BC,
Firenze, Museo
Archeologico Nazionale (Inv. 3949)
SYMPOSIA AND MUSIC
Greek symposia were complex
ceremonies, with religious, cultural, and
political connotations. It was a time of conviviality and intercourse,
during
the course of which guests would exchange thoughts, ideas and
aspirations. An
important role in symposia was played by mousike techne, "the
art of the Muses", which drew on poetry, music and dance.
While in Homeric tradition it was the bard, the
official singer, who was
entrusted with singing of heroic feats, during the symposium it was the
participants who would take turns, passing on a myrtle branch and with
the
accompaniment of musical instruments, and declaim poetry.
Testimony to the wealth of Greece's lyrical
output - albeit, often solely reserved for the hetaroi, the
aristocratic
elites brought together by political ideals and kinship - are Attic
ceramics,
which offer a broad range of representations, depicting banqueters
reclining on klinai and partaking in the recital of verse with
the accompaniment of
music. Among the most commonly available symposia instruments was the lyra;
guests
were expected to boast some proficiency with the lyra, on pain
of being
considered uneducated. Other instruments included the barbiton -
or barbitos,
baromos, barmos, originally from Asia Minor -, which was very
similar to
the lyra, yet featuring longer strings and lower notes; the kithara,
the
double aulos - a wind instrument fitted with reed and whose
mechanics
are similar to those of the modern oboe. The aulos
was often played by women (auletrides). Depictions
of women
playing krotala - castanet-type instruments - are to be found
on vase
decorations. The only women allowed to take part in symposia were
either
prostitutes or servants.
Debora
Barbagli
Winex, Museo del Vino, Firenze
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